L’integrazione.

Io: Está nublao.
Lui: Sí, la verdad es que ha hecho un día feote.

[È nuvoloso. / Sì, oggi ha fatto brutto tempo.]

Questo ieri sera. 24 rispettabilissimi gradi a fine ottobre. Una giornata di sole perfetto e solo un accenno di nuvole verso le 18.30, quando comunque c’erano ancora 21 gradi.

Lui viene da un paesino sulle montagne, inverni non troppo lunghi ma certamente non miti: 4 mesi di freddo l’anno, piogge e autunno continentale. Lei viene da un paesino del Veneto, lunghi autunni piovosi e nebbiosi, inverni interminabili. 6 mesi di freddo l’anno (11 quest’anno, mi dicono) che includono l’alternarsi di: pioggia, tornadi, nebbia fittissima, neve, ghiaccio. Se poi non ti uccide il gelo siberiano, ti si mangiano vivo le zanzare venete – autoctone e perciò temprate a tutte le temperature – formato medio: coniglio nano.

Vivono a Málaga da un anno, e per entrambi vedere un paio di nuvole a fine autunno è automaticamente sinonimo di brutto tempo.

L’integrazione è completa.

4 commenti

  1. Vivo a Riga da un anno. Sapere che ci sono ben 2 gradi fuori adesso mi consola. Non fa freddo, no no.

    1. Ahah, ho degli amici che da quando vivono in Finlandia determinano il ‘freddo’ in base allo 0: tutto ciò che è caldo.

  2. A Murcia stasera ho messo un maglioncino a maniche lunghe, OH MY GODDDDD, e non dormo più con la finestra spalancata … Che stia finendo l’estateeeee?

    1. Ahahah ma speriamo, Io dormo con le finestre chiuse, ma solo per via delle zanzare 😦

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