E adesso?

E adesso?

Me l’avete chiesto in tanti, e scusate se vi ho lasciato col fiato sospeso fino ad ora. Sono state due settimane stressantissime, piene di incertezza e non proprio aiutate dall’intempestivo arrivo dei miei zii in vacanza a Malaga per una settimana.

Un anno, mi ci è voluto un anno. Questo il primo pensiero che ho avuto.

Un anno per abituarmi all’Andalusia, un anno per crearmi una vita da zero, un anno per farmi degli amici veri, un anno per trovare la mia quotidianità. All’inizio pensavo che sarei rimasta a Malaga solo 6 mesi quindi non volevo nulla di serio, né con la gente né con la città, perché sapevo che me ne sarei andata. Tenevo la gente lontana, mi piaceva Malaga ma le trovavo un sacco di difetti perché sapevo che non sarebbe stato per sempre. Poi i 6 mesi divennero un anno e ancora non si vedeva la luce in fondo al tunnel. Allora mi lasciai andare, e mi consegnai intera alla città. Da un anno a questa parte mi sono costruita un circolo di amici che sono un po’ una famiglia, da un anno mi sono lasciata conquistare dalle bellezze di qua e, anche se continuo a pensare che non sia la mia città ideale né tantomeno vorrei viverci per sempre, ne apprezzo tutti i lati buoni che ha ed ogni volta che me lo chiedono lo dico: a Malaga si vive bene, cazzo. La qualità di vita è altissima e non ha confronti col resto d’Europa, nemmeno con le città fighissime e ricchissime del nord.

Quindi quando mi hanno offerto il lavoro a Dublino, la prima cosa che ho pensato è stata quella. Ci ho messo un anno a ritrovarmi, sono finalmente felice, ho sistemato tutto. Ho una casa che mi piace, un ragazzo che amo e degli amici spettacolari. Ho pure la spiaggia a 10min da casa, ma che voglio di più? L’unica cosa che potrebbe completare l’equazione sarebbe un lavoro. A Dublino avrei quello e non avrei tutto il resto. Que cabreo. Ma un incazzo serissimo. Non potevano offrirmelo prima, quando non avevo nessun vincolo qui? Perché queste cose succedono sempre nell’esatto momento in cui hai fatto pace con la situazione? Solo 6 mesi fa avevo il prurito al culo e me ne sarei andata ovunque pur di lasciare la Spagna. Ma ora è diverso e non so bene perché ma mi fa davvero incazzare che la vita mi metta sempre davanti ad un bivio nei momenti più sbagliati.

L’ho preso come un segno del destino o chi per lui: sono entrata ufficialmente nella mia comfort zone, lo devo a me stessa di andarmene. Uscire dall’accomodamento e rientrare in me stessa.

Ma poi mi venivano i dubbi: cos’è che voglio io, adesso?

Sono sempre stata una grande supporter del presente: essere felici ora, vivere il momento per non perdersi nulla. Decidere per il bene del subito perché, alla fine, che ne so io se tra 3 mesi sono ancora viva? Ma quello è un discorso che si può fare quando non ci sono grossi problemi, e non avere un lavoro stabile sta diventando un problema.

L’unica vera cosa che mi bloccava era sapere che il Churri sarebbe dovuto restare in Spagna almeno per altri tre mesi, fino alla laurea e poi chissà. Tutta quest’incertezza mi ammazza.

Ci sono state lacrime, ci sono state ciocche di capelli strappate, c’è stata disperazione e poi c’è stata la catarsi. Dopo il pianto in simultanea come i peggio adolescenti del globo, ci siamo seduti a parlarne. Per terra, in terrazzo, di notte. Un mojito da litro e discorsi seri per ore, fino a vedere l’alba, fino a sentire i gabbiani svegliarsi, fino a non sentirsi più gli occhi per il rossore e la stanchezza.

E così abbiamo fatto l’unica scelta da adulti: separarci temporaneamente. Io a Dublino, lui a Cazorla. Non so per quanti mesi sarà questo ‘temporaneamente’ e non saperlo mi manda ai matti, perché ho bisogno di sapere che abbiamo una visione comune, ho bisogno di sapere quando lo rivedrò con certezza, ho bisogno di date. E non ne ho. So che suona stupido, ma conviviamo da 3 anni, praticamente da quando stiamo insieme abbiamo sempre vissuto assieme. Sono 3 anni di abitudini e 3 anni da viziati, con nessun altro ho mai vissuto a mio agio come con lui. L’idea di tornare a vivere con degli estranei in una casa condivisa mi atterrisce e mi agghiaccia, anche perché non so quando poi ci potremo permettere un monolocale solo per noi a Dublino, coi prezzi che ci sono. Non voglio dividere di nuovo casa con altre persone, voglio la libertà di poter girare nudi e fare il cazzo che ci pare quando ci pare. Eppure è quel che tocca, e ho poco da sbattere i piedi per terra.

Ora che ci faccio con ‘sto blog? Gli cambio nome? Ne apro un altro? Creo in questo una sotto-categoria su Dublino? Il sottotitolo è facile, quello basta cambiarlo da “vita all’ombra di una palma” a “vita all’ombra“. E punto. Evviva il clima irlandese.

10 commenti

  1. Mi ritrovo proprio nelle tue parole, mi è successo lo stesso quando ho scelto di partire per un anno negli Stati Uniti! In bocca al lupo!

    1. Grazie mille, crepi!

  2. Se posso dire la mia, hai fatto bene. Alla nostra età specialmente (ma in realtà, anche sempre), non è il caso di fare scelte “per gli altri”. Poi abbiamo tutti paura e tutte le scelte ci sembrano sbagliate e il tempismo della vita fa veramente schifo. Ma una cosa che personalmente sto cercando di imparare, è che si vive con tutte le scelte. Quelle giuste e quelle sbagliate. Ci si ricostruisce una felicità dopo le scelte giuste e sbagliate. Allora tanto vale osare, crescere, sperimentare e avventurarsi. E poi sono tante le cose su cui non abbiamo il controllo… quando lo possiamo avere, è una figata buttarsi 🙂 in bocca al lupo! Un abbraccio

    1. Grazie 🙂 si, è una promessa che ho fatto a me stessa partendo per Malaga due anni fa: mai più scelte basate sugli altri. Però è una situazione davvero del cazzo. In ogni caso, ormai sono a Dublino da 10 gg quindi non si torna più indietro 😀

      1. Ahah se vuoi fare due chiacchiere fammi sapere!

  3. Condivido in pieno la tua scelta. Il 31 luglio 2014 ho lasciato il certo a Manchester (che odiavo) per l’incerto a Glasgow (che ho adorato dal primo secondo in cui ci ho messo piede) e, dopo un anno, posso confermare che e’ la scelta migliore che abbia mai fatto 🙂
    Dublino e’ una bella citta’. In bocca al lupo col nuovo lavoro e hai tutta la mia solidarieta’ per gli scazzi da case in condivisione… ne so qualcosa, purtroppo 😦
    Un abbraccio, Marta

    1. Lasciare l’odiato per l’incerto è sempre un passo avanti 🙂 nel mio caso, a me Malaga aveva purtroppo cominciato a piacermi parecchio. Dublino è molto bella e decisamente molto diversa, tutto è adattarsi. Grazie per gli auguri e crepi il lupo, chissà che per una volta mi vada di culo e trovi gente rispettosa e pulita 😛

  4. La tua vita andalusa, posti, gente, ritmo, mi piaceva un sacco, ma proprio un sacco.
    Certo, ci voleva un lavoro, purtroppo.
    Spero che il Cazorlese ti raggiunga presto e che l’Irlanda vi sorrida e sia generosa con voi.

  5. Eh, anche a me piaceva un sacco la mia vita andalusa, credimi 🙂
    Speriamo di riuscire a ricostruirne una altrettanto bella qui!

  6. In bocca al lupo per questo nuovo capitolo. Se il vostro rapporto è forte non potrà che uscire fortificato da una separazione e ci sarà sicuramente la voglia e l’energia per riunire di nuovo il vostro cammino!

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